Speciale Sanremo 2016: le pagelle della seconda serata

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la recensione di mangianastri

Speciale Sanremo 2016: le pagelle della seconda serata

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Conclusa ieri sera la carrellata dei big durante la seconda serata del Festival di Sanremo 2016, ed eccoci pronti per le nuove pagelle.
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Pagelle della seconda serata (in ordine di esibizione):

  • Dolcenera
    Ora o mai più (le cose cambiano)

    Bellissimo attacco voce e piano. Presenza scenica da professionista consumata, finalmente torna ad una canzone vera, non dance, non troppo furba.
    Disallineata rispetto agli ultimi brani a cui ci aveva abituato, più simile ai primi della sua carriera. Un po’ blues, un po’ jazzata, un po’ soul.
    Grande impatto, convincente,  ben costruita e sicuramente ben interpretata.  Funziona (ed infatti finisce a rischio eliminazione ;-)).

    Tutto quanto può cambiare Una cosa semplice Tu che vieni verso di me E le cose cambiano Ora o mai più Ora o mai più

Voto 7.5

  • Clementino
    Quando sono lontano

    Niente di nuovo sotto il sole, non le parole scelte, non la musica nè i ritmi, tutto assolutamente già sentito e già scontato. Non rap, nessuna rabbia, nessuna ribellione. Enfasi e retorica per un pezzo costruito a tavolino, con un testo che si adatterebbe meglio alla tradizione neomelodica. Serve che dica altro?

    Io che sto qui a guardare il mondo da più sfumature, lontano da mamma e papà dove sono le cure?

Voto 3

  • Patty Pravo
    Cieli immensi

    Canzone a firma Fortunato Zampaglione (autore di Guerriero di Marco Mengoni e di L’amore esiste di Francesca Michielin).
    Ieri sera neppure il suo carisma magnetico è riuscito ad arginare il drammone dell’intonazione distratta, delle note basse impossibili, e oggi è davvero difficile dare un giudizio sul brano, che si stentava a riconoscere dietro alle imperfezioni. Sembrerebbe un brano intimo e introspettivo, disegnato su misura per lei, una ballata orgogliosa e seducente, ma aspetto un secondo ascolto (magari su disco) per un parere definitivo …

    Ma come mai mi pensi E non sono io nemmeno lei Ma i cieli sono immensi immensi immensi in me immensi immensi Cosa aspetti che ti dica Se la colpa non è mia

Voto NON PERVENUTO

  • Valerio Scanu
    Finalmente piove

    Peccato. Sono partita con le migliori intenzioni, Fabrizio Moro è uno degli autori che preferisco.
    Ma Valerio Scanu non si può vedere.
    Io lo guardo e mi ricordo i laghi, i luoghi. Non c’è verso.
    In radio funzionerà, e  probabilmente non sarò assalita dalla pulsione incontrollata di cambiare  stazione, ma questo brano meritava una voce più graffiante, un’interpretazione più ruvida e meno inerte.

    Qualcuno è andato avanti e poi è tornato al punto di partenza Perché si è accorto in tempo che non aveva resistenza No tu non hai, tu non hai, tu non hai capito No, tu non hai, tu non mi hai capito mai

Voto 6-

 

  • Francesca Michielin
    Nessun grado di separazione

    Arrivare fresca fresca da un’esibizione live di altissima qualità (con il progetto  Nice to meet you) e ritrovarsela vestita da collegiale con un brano anonimo è uno scarto notevole.
    E poi, tutte queste rime in zione nun se possono sentì… emozione separazione divisione esitazione…
    Anche l’interpretazione è trattenuta, avrebbe dovuto osare un po’ di più, più grinta, più palle. Nessun dubbio sul fatto che sappia fare di meglio.

    Sempre un passo indietro E l’anima in allerta E guardavo il mondo da una porta Mai completamente aperta E non da vicino

    ( e vi assicuro che non è stato semplice trovare due righe in cui non ci fossero rime in zione…!!!)

    Voto 5

  • Alessio Bernabei
    Noi siamo infinito

    Ancora, niente di nuovo sotto il sole. Certo che quest’anno a Sanremo di coraggio proprio non ce n’è. Tutti a rifugiarsi sotto l’ombrello (bucato) della consuetudine. Tutti replicanti.
    Noi siamo infinito è l’ennesimo tentativo maldestro di canzone dance alla Nek, senza carisma e senza pietà (per noi). Neanche ad Eurovision.
    Spettacolare commento ieri sera (dal blog di Assante e Castaldo):
    YOCTOX YOCTOX 10 FEBBRAIO 2016 ALLE 22:59
    noi siamo infinito; voi siete participio presente; essi sono futuro anteriore

    La tua libertà non è più effimera, Lei non si misura, Devi solo metterla in pratica E non è mica la fine

Voto 4

  • Elio e le storie tese
    Vincere l’odio

    Che dire ancora? Divertenti, istrionici, stavolta creano l’inverso della memorabile Canzone Mononota del Sanremo 2013: solo ritornelli, uno in fila all’altro, con il finale che cita Perdere l’amore (Vincere l’odio).
    L’obiettivo è il medesimo, e per l’ennesima volta centrato in pieno: profanare il tempio con genialità e ironia, giocando a prendersi in giro, tutti, senza la presunzione del chiamarsi fuori.

    Tubero che mediti tranquillo sotto terra Finché c’è una mano nerboruta che ti afferra Tu dici “no no no” poi dici “forse forse forse” poi ti lasci prendere

Voto FUORI CONCORSO – non c’è storia

  • Neffa
    Sogni e nostalgia

    Non posso che fare una premessa: io adoro Neffa. Tutto Neffa, quello che aspettava il sole, quello che sognava contromano, quello delle sigarette la mattina.
    Con questo brano si torna per l’ennesima volta nelle atmosfere fumose e malinconiche che ricordano tanto i primi anni 60.
    Molto Celentano, vero, un po’ troppo marcetta, ma si prende il suo spazio, elegante, lieve ed appassionata, come sempre.

    Una luce che si poserà sulle cose spente E se al buio la paura viene lì e ti prende Con il sole del mattino poi ogni fiore si aprirà

Voto 7

  • Annalisa
    Il diluvio universale

    Intro piano e voce, note che ricordano vagamente Sei bellissima. Poi il pezzo si scioglie e prende una sua direzione, di tutto rispetto, per un’interprete che finalmente si allontana da Kekko dei Modà per provare a intraprendere una strada personale (è coautrice del testo).
    Voce molto rassicurante, brano elegante, sobrio, tradizionale.

    L’amore succederà O forse è già successo Ma tu non l’hai visto E lo vedi solo adesso

Voto 6.5

  • Zero assoluto
    Di me e di te

    C’è una cosa che agli Zero Assoluto riesce veramente bene: non cambiare mai.
    La canzone di questa sera non fa eccezione: le solite voci complici e lievi, il sussurro che racconta di un amore complicato, la difficoltà del riconoscersi ed il rischio di perdersi.

    Di ritorni che han sapore di partenze Di un cuore che ha più stanze di un albergo Mentre guardo le stelle levarsi nei tuoi cieli Di sognare i tuoi sguardi ad occhi aperti

Voto 5.5

 


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2 commenti su “Speciale Sanremo 2016: le pagelle della seconda serata”

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