Questa canzone è tratta dall’album “Lucio Battisti, la batteria, il contrabbasso, eccetera” del 1976, che arriva subito dopo la svolta sperimentale di “Anima Latina” ed un viaggio in America dal quale importerà influenze disco e funk.
Il singolo più famoso di quest’album è l’inflazionatissima “Ancora tu”, ma quello che proponiamo oggi è un pezzo meno noto, dal testo controverso, con una sonorità vagamente ossessiva.
L’ennesimo esempio di come la coppia ‘Mogol / Battisti’ fosse un’alchimia irripetibile, l’interpretazione, la musica ed il testo che si fondono in una danza quasi tribale che tocca le corde più profonde del nostro DNA.
Esiste anche la versone di Bruno Lauzi di “Un uomo che ti ama”, con un’interpretazione meno tormentata (ed a mio parere musicalmente meno interessante), che potete trovare qui:
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